Libri e articoli

LOTTANDO CONTRO IL DRAGO, CLD Libri (2020)

Argomenti: Storia, Arte, Agiografia, Ordini cavallereschi (Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Sovrano Militare Ordine di Malta, Ordine del Drago)


Il mito del serpente antico tra arte, santi e cavalieri, fra il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, altri sodalizi cavallereschi e misteriose leggende popolari della Toscana.
L’autore si pone l’obbiettivo di condurre un breve, ma intenso viaggio storico ed artistico, compiendo un excursus tra la tradizione agiografica cristiana, l’arte pittorica, la secolare storia di alcuni tra i più importanti Ordini cavallereschi (con specifica attenzione verso il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio) ed il patrimonio culturale popolare della Toscana.
Con doppia prefazione a cura di:
S.E. M.se Cav. Gr. Cr. Giust. Don Domenico Serlupi Crescenzi Ottoboni
Cav. Gr. Cr. Mer. Carlo Testi, Delegato ad Interim della Toscana del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

RAPITO DALL'ARTE, Edizioni Eracle (2016)

Argomenti: Aforismi, Poesia, Arte


L'Arte: il solo parlarne rende migliore l'esistenza di molti, il lento dissetarsene rende irripetibile l'esperienza di chiunque. Interi fiumi di inchiostro sono stati spesi su questo immortale argomento, così come un numero infinito di esseri umani si è fatto rapire da esso, tra cui non ultimo l'autore del presente libro.
Questo libro non cerca di svelare la misteriosa alchimia che permette al pittore come allo scultore, al poeta come al critico di avere una diversa visione del mondo, bensì vuol provare, attraverso gli aforismi, le riflessioni e le poesie in esso contenute, ad elargire al lettore qualche sorso di quel prelibato nettare che soltanto l'Arte permette di assaporare, in quanto tema fondamentale del nostro vivere quotidiano, perla di ineguagliabile attrazione e interprete sublime del cammino dell'Uomo.
Il volume viene introdotto dai testi del critico d'Arte Giancarlo Bonomo (curatore di eventi presso la Biennale di Venezia, conduttore di trasmissioni TV sul tema artistico, premiato per meriti artistico-culturali dalla Camera dei Deputati) e dell'attore regista Andrea Buscemi (il quale può vantare nel proprio curriculum artistico lavori teatrali e cinematografici a fianco di attori e registi di enorme spessore quali Gassman, Albertazzi, Proietti, Castellitto, Villaggio, Pieraccioni, Panariello e molti altri).
Ad arricchire ulteriormente l'opera sono presenti in apertura i commenti di recensione di alcuni illustri esponenti del mondo della Pittura, della Poesia e della cultura in genere: Josè Van Roy Dalì (pittore, figlio presunto del celebre Maestro del Surrealismo Salvador Dalì), Simone Domeniconi (promettente ed innovativo artista italiano, conosciuto dal grande pubblico per le sue opere concettuali su scacchiera), Athos Faccincani (famoso paesaggista dalle tinte vivaci, definito da molti "il Maestro del colore" o finanche "il pittore più amato d'Italia"), Marco Lodola (tra i fondatori del Nuovo Futurismo negli anni '80, eclettico artista Pop celebre per le sue sculture luminose, ma anche per le pressochè infinite collaborazioni con musicisti internazionali, storiche trasmissioni televisive e marchi pubblicitari ormai divenuti leggenda) e Alessandro Quasimodo (attore e regista di chiara fama, figlio del grande poeta ermetista -Premio Nobel per la Letteratura nel 1959- Salvatore Quasimodo).

Libro ordinabile in qualsiasi libreria o acquistabile online sui principali siti come IBS, Amazon, La Feltrinelli, Libreria Univesitaria, Libro.co, Unilibro e il sito dell'Editore Eracle.



RITRATTI DI CAVALIERI, Edizioni Eracle (2014)

Argomenti: Storia, Arte, Ordini cavallereschi (Sovrano Militare Ordine di Malta)


In un mondo in cui ogni cosa appare in continua trasformazione
ed i valori autentici della vita fanno fatica a resistere ai continui attacchi di cui sono oggetto ogni giorno, ci sono ancora uomini che riescono a conservare la propria tradizione, il proprio carisma, la propria incrollabile spiritualità, i principi di cui si sono sempre fatti portavoce.
Essi sono i Cavalieri dell’Ordine Ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, costituenti la più antica e attiva milizia cristiana.
Questo libro è stato scritto nell’intento di porre all’attenzione del profondo conoscitore d’arte, come a quella del profano in materia, un importante cammeo estratto dalla vasta produzione pittorica fiorita attraverso i secoli sull’Ordine di Malta ed i suoi Membri.

Libro ordinabile in qualsiasi libreria o acquistabile online sui principali siti come IBS, Amazon, La Feltrinelli, Libreria Univesitaria, Libro.co, Unilibro e il sito dell'Editore Eracle.

APPROFONDIMENTI STORICI (Ordini cavallereschi, Geopolitica, Intelligence)

“Simboli a confronto: la Croce Potenziata dei Cavalieri del Santo Sepolcro e il Torchio Mistico agostiniano”

(breve approfondimento storico
a cura di Davide Sallustio) - 29-07-2020

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Il simbolo dei Cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il cui nome fu anche “Militia Sancti Sepulcri” e la cui antichissima origine viene da molti studiosi fatta risalire fino alla Prima Crociata e alla conseguente presa della città santa nel 1099, è la croce potenziata di Goffredo di Buglione (che per rispetto a Gesù Cristo, che in quei luoghi era stato coronato di spine, non si volle proclamare re, bensì solo “advocatus Sancti Sepulchri”), ma di color rosso porpora, a memoria delle cinque Piaghe e del Sangue versato da Cristo; nelle insegne metalliche dei cavalieri la rossa croce è circondata da un bordo di oro radioso, simboleggiante la luce divina della Resurrezione e lasciata pendente da un nastro di seta marezzata di colore nero, in memoria del lutto davanti alla Tomba di Nostro Signore.

*L'immagine del "Torchio Mistico" o di "Cristo pigiatore" ha una lunga storia. Possiede un carattere allegorico per cui Cristo è il frutto che va pigiato, il succo ricavato, in realtà il suo sangue, è la bevanda di redenzione per i peccati dell'uomo. Dal catino che raccoglie il sangue parte la linea che accompagna la sofferenza del peccato fino alla pressa del sacrificio di Gesù. La figura centrale di Cristo è accompagnata solitamente, ai lati, da altre immagini di sofferenza dell'uomo, assimilabili alla condanna di Gesù, ricordata dalla corona di spine, insieme ad altri strumenti di tortura e di prigionia quali la sedia con le catene e i ceppi. La lunga storia di questa particolare iconografia nasce nel Medioevo, con attestazioni risalenti al IX secolo. All'origine vi erano la raffigurazione della vite e del grappolo. La visualizzazione di Cristo nella pressa si diffonde invece dal XII secolo e con maggior realismo, e sempre più esplicitamente, Gesù viene dipinto mentre trasuda sangue sotto la pressione del torchio almeno dal XIV secolo. L'ispirazione all'immagine è tratta dal testo d'Isaia (63, 3): "Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo nessuno era con me. Li ho pigiati con sdegno. Il loro sangue è sprizzato sulle mie vesti e mi sono macchiato tutti gli abiti."
Fu Sant’Agostino, vescovo di Ippona (con altri, come ad esempio Tertulliano) che, meditando questo passo, paragonò il torchio alla croce dove Cristo era stato premuto da solo, per la salvezza di tutti. Spetta a sant'Agostino infatti il collegamento tra questo brano d'Isaia e il grappolo meraviglioso del libro dei Numeri (13, 23): "Tagliarono un tralcio con un grappolo d'uva, che portarono in due con una stanga."
Nelle Esposizioni sui Salmi il commento è esplicito: "Mi calpestano sempre i miei nemici, molti sono quelli che mi combattono. / Nell'ora della paura io in te confido leggiamo "... Perché è tenuto nel torchio il suo corpo, cioè la sua chiesa. Che significa " nel torchio" ? Nelle angustie. Ma ben fecondo è questo essere spremuti nel torchio. Finché è sulla vite, l'uva non subisce pressioni: appare intera, ma niente da essa scaturisce. La si mette nel torchio, la si calpesta e schiaccia; sembra subire un danno, invece questo danno la rende feconda, mentre al contrario, se le si volesse risparmiare ogni danno rimarrebbe sterile. Orbene tutti i santi che soffrono persecuzioni da parte di coloro che si sono allontanati dai santi, stiano attenti a questo salmo e vi riconoscano sé stessi ... Il primo grappolo d'uva schiacciato nel torchio è Cristo. Quando tale grappolo venne spremuto nella Passione, ne è scaturito quel vino il cui calice inebriante quanto è eccellente (Agostino, Esposizione sui Salmi, 55, 3-4).*

[* fonte di questa parte: Associazione Storico Culturale Sant’Agostino]

La purpurea croce quintuplice dell’Ordine del Santo Sepolcro, i cui Cavalieri e Dame seguono tra l’altro proprio la regola Agostiniana, rappresenta pertanto, seppur in un diverso modo, il medesimo ricordo di quelle piaghe (mani, piedi e costato) dalle quali scaturì quel Preziosissimo Sangue che la simbologia del Torchio Mistico ci mostra nella crudezza dell’immagine di Nostro Signore “spremuto” allegoricamente dal Padre Onnipotente e dallo Spirito Santo come sacra uva divina; dalla Croce/Torchio sgorgò quell’unico nettare spirituale capace di lavare via anche il più tremendo dei peccati ed essere quindi frutto di salvezza e vita eterna per il genere umano.


INTELLIGENCE E STORIA - approfondimento


Articolo pubblicato sul sito ANCIS (Associazione Nazionale Consulenti Intelligence e Security) lunedi 30 luglio 2018

Link:

https://www.ancisonline.com/intelligence-e-storia-approfondimento/

https://www.facebook.com/789103491217289/posts/1622290384
565258/


A cura di Davide Sallustio
Saggista storico, studioso di Geopolitica e Relazioni Internazionali
Socio ordinario della Società Italiana di studi Militari SISM
Socio simpatizzante ANCIS

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Nell'arco della Storia dell'uomo innumerevoli volte si è dibattuto su quanto "l'arma" dell'informazione potesse stabilire la vincita o la sconfitta di un popolo in una determinata guerra. I più hanno senza dubbio asserito che l'attività di intelligence (spionaggio e controspionaggio) potesse aiutare a conseguire un risultato finale soddisfacente dal punto di vista militare, ma non fino al punto di fare realmente la differenza. Eppure, diverse sono le dimostrazioni a beneficio della tesi che vede l'attività di raccolta ed analisi delle informazioni come un elemento di primaria importanza per poter stravolgere a proprio favore le sorti di una battaglia, e finanche di un'intera guerra.

Nell'antichità alcuni uomini appositamente addestrati venivano utilizzati per riportare preziose informazioni al committente (ad esempio gli Hyksos nell'antico Egitto, o Annibale che nel III secolo a.C. utilizzò suoi "esploratori" per conoscere la strada dell'Italia settentrionale più adatta a far passare con maggiore facilità il proprio esercito, composto sia da cavalleria semplice, che da truppe con elefanti) o per intimorire l'avversario tramite notizie "ad hoc", prima ancora dello scontro diretto (Gengis Khan nel XIII secolo utilizzò proprio tale espediente). Una cosa che accomunava la raccolta di informazioni fatta in quelle epoche, con quella condotta ai giorni nostri, è il metodo relativo alla sistematicità della raccolta stessa, con citazione di fonti e altri dettagli utili a testimoniare l'affidabilità delle notizie riportate. Sun Tzu nel IV secolo a.C. fu il primo in assoluto a sostenere efficacemente che "Ciò che consente al sovrano assennato e al buon generale di colpire e conquistare e conseguire gli scopi è la preconoscenza", ovvero che senza un certo impegno nel prevedere sia le mosse dell'avversario, che lo scenario bellico che si potrebbe andare a delineare, non si può essere certi di vincere le battaglie.

Sun Tzu
La sua famigerata opera intitolata l' "Arte della Guerra" individua con estrema precisione analitica e mediante una raccolta minuziosamente ordinata i principi cardine della raccolta di informazioni militari. Altra opera antica di notevole importanza sull'argomento possiamo reperirla nelle "Istituzioni Militari dei Romani" di Vegezio (V secolo a.C.) in cui vengono enunciati principi sull'importanza delle notizie relative all'ambiente in cui i soldati avrebbero dovuto muoversi, oltre che ai percorsi di marcia più idoneii. Mitridate, poi, fu un fulgido esempio di condottiero ed esperto di intelligence, che amò condurre la raccolta di preziose informazioni militari in prima persona, vagando senza alcun mezzo di locomozione per l'Asia Minore, e diventando una delle più serie minacce per i Romani (tra i quali, invece, va ricordato con grande onore un ufficiale romano di qualche secolo successivo, il Generale Svetonio Paulino, che nel 62 a.C., grazie alla raccolta di notizie recuperate verbalmente dalle sue spie tra gli abitanti locali, con soli 10.000 uomini riuscì a sconfiggere ben 230.000 britanni).

Dopo qualche cenno di Storia antica, approdiamo dunque alle campagne militari medievali, nelle quali solitamente si assisteva all'impiego della fanteria classica, con soldati a cavallo, e con schemi bellici tradizionalmente ben noti ad ogni esercito. Questo stato di cose faceva si che la raccolta di informazioni fosse decisamente meno importante che in precedenza, ed assai meno di quanto lo sarebbe stata dalla seconda metà Rinascimento in poi (intorno al XVII secolo, in concomitanza della "rivoluzione della polvere da sparo", iniziò un vero e proprio reclutamento di agenti e osservatori, con il contemporaneo utilizzo di precisi codici volti ad evitare che il nemico potesse decifrare le delicate informazioni sulla conoscenza della costellazione di Stati e città-Stato che erano appena sorte).

Un altro elemento che nel Medioevo faceva propendere meno per lo sviluppo di un'ordinata attività di spionaggio, era la limitatezza delle aree di estensione dei conflitti dal punto di vista geografico, e pertanto anche la scarsa influenza di notizie specifiche su queste. Eppure, durante le Crociate, molti furono gli Ordini religiosi-militari di matrice cristiana che utilizzarono a proprio favore fonti utili all'acquisizione di informazioni strategiche, così come, proprio in tale contesto storico, si potette assistere al primo esempio di depistaggio, di manipolazione dell'informazione per il raggiungimento di un certo fine, del primissimo autentico "debunking" pubblico.

Il riferimento specifico di tale accadimenti lo troviamo nella vicenda del famoso processo Templare; l'Ordine del Tempio, era nato nell’età della Prima Crociata per difendere Gerusalemme ed i luoghi santi di Cristo, esattamente come molti altri Ordini cavalleresco - religiosi (tra i quali è doveroso ricordare quelli più gloriosi come il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, poi divenuto di Cipro, Rodi e Malta, l'Ordine del Santo Sepolcro, l'Ordine Teutonico e quello di San Lazzaro).
L'Ordine Templare, costituito da monaci guerrieri fedeli unicamente al Papa, in pochissimo tempo dalla sua fondazione riuscì ad accumulare una quantità di beni e ricchezze veramente impressionante, con annesse speciali immunità ed esenzioni da tributi, fino allo scioglimento dell’Ordine stesso.

Sulla fine di questa importante compagine cavalleresca qualche studioso ritiene che i monaci furono sottoposti a torture e che queste funzionarono a tal punto da estorcere vere e proprie confessioni su presunte eresie consumate dagli stessi, mentre diversi altri storici sostengono che i Templari si discostarono realmente dalla dottrina originaria, e che non ci furono pressioni di alcun tipo in merito alle deposizioni rilasciate. Quasi certamente i membri dell’Ordine, accanto alla preghiera e all'arte del combattimento, iniziarono una fiorente attività diplomatica e bancaria su tutta l'aria del Mediterraneo, e ancora oggi è assai discusso il fatto che tale ascesa economica possa, o meno, essere stata mal vista dal re di Francia Filippo IV detto il Bello.

Una vicenda che si è tramandata fino a noi come una vera e propria leggenda è l’arresto dei cavalieri Templari, che si dice abbia visto luce venerdì 13 ottobre 1307, con la cattura di centinaia di essi (da qui è derivata la scaramanzia ancora attuale sulla data 13 associata la giorno del venerdì). Coloro che sostengono la tesi “complottista” ritengono addirittura che il re di Francia si fosse preventivamente provvisto di una fitta rete di infiltrati capaci di condurre perfettamente la vita dei monaci guerrieri (quindi prendendo anche i tre voti di obbedienza, castità e povertà) ed in grado di riuscire a raccogliere dall’interno accuse contro di essi, di un manipolo di spie sotto copertura capaci di ottenere un ampio dossier sulle debolezze, sui segreti, sui vizi e sulle contaminazioni scaturite da dottrine gnostiche orientali.

Le registrazioni di questi dettagli, amplificate in modo congruo a raggiungere l'obiettivo finale, furono date agli avvocati reali di Filippo il Bello, che riuscì a screditarli in poco tempo, fino a poter procedere alla loro cattura. Qualcuno sostiene addirittura che sia stata volutamente diffusa una lettera firmata da Jacques de Molay, il loro Gran Maestro, munita della "Bulla Magistralis" (cioè il suo personale sigillo d’argento): il documento, di cui comunque non rimane (volutamente?) traccia materiale, forte anche del voto di obbedienza totale dei monaci, ordinava a tutti i Templari di confessare le colpe a loro addossate nell’atto d’accusa. Del resto, vi è da dire che anche i frati guerrieri durante la prigionia usarono con molta probabilità dei codici segreti per confrontarsi su come reagire all'attacco, espedienti tipici dei migliori scenari di spionaggio, come ad esempio quello di far passare tra le celle delle piccole tavolette di legno cosparse interamente di cera: non appena un cavaliere leggeva il messaggio inciso in modo quasi impercettibile, doveva poi cancellarlo rapidamente, raschiando la cerulea sostanza.
Tali notizie, però, non rientrano nella verità storica documentata, bensì nelle semplici ipotesi, seppur intrise di mistero e fascino, di qualche studio sull’argomento.

A parte questi affascinanti esempi di attività di Intelligence, il Medioevo fu un'epoca piuttosto scarna di altri esempi degni di nota. Fino al 1550, quindi, i fenomeni evolutivi sembrano aver avuto un'incidenza relativamente modesta sulle cosiddette "operazioni speciali", ma è oltremodo provato che quest'ultime, fra il 1550 ed il 1914, subirono profondissime trasformazioni in termini di metodo, obiettivi, diffusione ed impatto socio-culturale.


Fonti bibliografiche:
- Yuval Noah Harari (traduttrice: Rossana Macuz Varrocchi), Operazioni speciali al tempo della cavalleria 1100-1550, Collana: Le guerre, n. 49, Libreria Editrice Goriziana, 2008;
- Frale Barbara (storica e specialista di documenti antichi in servizio presso l’Archivio Segreto Vaticano), articolo pubblicato sul sito www.sicurezzanazionale.gov.itil 06-11-2015;
- Storia ed evoluzione dell'Intelligence (I conflitti ed il bisogno di informazioni), estratto dal sito www.difesa.i



IL RITORNO DELL'IMPERO OTTOMANO - approfondimento


Articolo pubblicato sul sito ANCIS (Associazione Nazionale Consulenti Intelligence e Security) lunedì 06 agosto 2018

Link:

https://www.ancisonline.com/il-ritorno-dellimpero-ottomano-approfondimento/

https://ancisonilne.blogspot.com/2018/08/il-ritorno-dellimpero-ottomano.html?m=1


A cura di di Davide Sallustio
Saggista storico, studioso di Geopolitica e Relazioni a Internazionali
Socio ordinario della Società Italiana di Studi Militari (SISM)
Socio simpatizzante ANCIS

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L'Impero Ottomano durò dal 1299 al 1922. La Storia non si ripete in modo perfettamente identico, tuttavia ripercorre strade già abbondantemente conosciute. Ci vorrà del tempo per comprendere le dinamiche del golpe in Turchia, ma qualche riflessione è comunque doverosa. L'Islam è indubbiamente un elemento di contrapposizione con l'Occidente, cosa che si nota di riflesso anche su aree in Medio Oriente costantemente destabilizzate.

Gli USA hanno da tempo auspicato un intensificazione del percorso democratico in Turchia. "Stiamo lavorando per organizzare una telefonata tra il presidente Trump e il presidente turco Erdogan per riaffermare i nostri forti legami". Lo disse la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders in merito all'esito delle presidenziali in Turchia. "Incoraggiamo Ankara - ha aggiunto - a prendere le misure per rafforzare la democrazia e continuare i progressi verso la soluzione delle questioni nelle relazioni bilaterali".

L'Unione Europea, del resto non è idonea a poter proporre alcuna soluzione stante il perenne conflitto di interessi interno tra le varie Cancellerie. Quindi non è un paradosso quello che stiamo vivendo in questo momento. Erdogan ha riaffermato una leadership islamica ad uso interno, ha bonificato i rapporti con Israele e con la Russia, ha realizzato il grande sogno di ogni leader turco: ristabilire e far rinascere l'Impero ottomano, leggermente rivisitato in chiave moderna.

In questa situazione diventa secondaria pertanto anche l'adesione alla NATO; la posta in gioco è piuttosto ristabilire un'area di influenza, anche militare, in tutto il Medio In questa situazione diventa secondaria pertanto anche l'adesione alla NATO; la posta in gioco è piuttosto ristabilire un'area di influenza, anche militare, in tutto il Medio Oriente, alla luce della naturale sconfitta di Daesh, delle difficoltà che l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi hanno in campo finanziario con le ultime politiche petrolifere, per il conflitto in Yemen e per il contenimento dell'influenza iraniana.

L'Occidente, pertanto, in una tale situazione d'insieme, sarà costretto nel tempo ad accettare alcune richieste turche, in quanto non disposto a rischiare di essere sopraffatto da un qualcosa che appare (ed è) ostile al suo stile di vita, oltre che progressivamente lontano dai propri interessi economici. Per gli occidentali quindi sarà sempre meglio (almeno per un determinato tempo...) trattare con un leader autoritario ai confini dell'Europa, capace di limitare le suddette minacce, piuttosto che combatterlo.

Nei fatti Erdogan ha già "battuto cassa" in zona UE, lucrando un prezzo piuttosto alto, in cambio di una determinata politica contenitiva sui profughi.


TEORIE DEL COMPLOTTO: SONO SEMPRE FRUTTO DI FANTASIA? - approfondimento


Articolo pubblicato sul sito ANCIS (Associazione Nazionale Consulenti Intelligence e Security) sabato 01 settembre 2018

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https://www.ancisonline.com/teorie-del-complotto-sono-sempre-frutto-di-fantasia-approfondimento/

A cura di Davide Sallustio
Saggista storico, studioso di Geopolitica e Relazioni Internazionali
Socio ordinario della Società Italiana di studi Militari SISM
Socio simpatizzante ANCIS


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I complotti sono sempre esistiti. 
E’ una storia antica quanto quella dell'Uomo stesso. Da una parte vi sono quelli che ritengono ogni accadimento il prodotto di un presunto complotto, dall'altra quelli che pensano che non esista mai alcuna cospirazione, neppure quando la presenza di qualcuno che ha agito "dietro le quinte" risulta assai probabile. Eppure, un modo per provare a comprendere chi abbia ragione tra "complottisti" e "anticomplottisti" esiste: documentare i complotti, non limitandosi soltanto ad evocarli. 

Umberto Eco, afferma che tutti cercano di giustificare accadimenti anche molto semplici e quotidiani con un qualche complotto ordito da chicchessia:

"I complotti funzionano così. Sei chiuso in un ingorgo sull’autostrada, tutti imprecano, colpa del ministro, colpa delle riparazioni, colpa dei Tir, ma la “colpa” è di nessuno, solo migliaia di auto in coda. […]. Il primo libro sui complotti è l’Iliade, rissa degli dèi, colpa loro mica di achei e troiani! Poi colpa dei cristiani che bruciano Roma, dei cavalieri templari, dei massoni. Ricordi il terrorismo italiano? Si parlava di “Grande Vecchio” perché trentenni inesperti non potevano progettare il rapimento di Moro. Quando li han presi ci siamo accorti che erano trentenni, il Piccolo Giovane aveva messo in crisi la Repubblica. Perché la teoria del complotto nasconde la realtà, non la illumina. (Umberto Eco – Da "La Stampa")."

Leggendo questo pezzo ben si comprende come la pensasse Eco a tal proposito, quanto strizzasse l'occhio alla compagine degli scettici per antonomasia. Ma è pur vero che se prendiamo in esame alcune sue famose opere possiamo facilmente percepire quanto questo autore fosse interessato, ad esempio, a determinate società segrete esoterico-speculative, realtà che attraverso il collocamento di propri uomini in "posti chiave", hanno con buona probabilità contribuito veramente a più di una cospirazione di natura socio-politica nei secoli, e in differenti zone del globo terraqueo.

Inoltre, a testimonianza del fatto che non tutti quelli che "gridano alla congiura" sono dei cospirazionisti o dei folli, va ricordato che nello scenario nazionale ed internazionale il complotto è stato senza ombra di dubbio utilizzato in ogni epoca storica, in quanto mezzo più idoneo di tanti altri a minimizzare le possibilità di fallimento. Per ottenere un obiettivo pianificato occorre, infatti, prestare massima attenzione alla segretezza, possedere scaltrezza nell'azione ed avere la capacità di veicolare solo e soltanto quelle informazioni funzionali al raggiungimento del risultato stabilito a monte. Per fare tutto ciò, è piuttosto logico che sia fondamentale creare salde alleanze tra soggetti diversi, alleanze che il più delle volte, però, non possono essere rivelate candidamente al grande pubblico per non doverne pagare dopo lo scotto in termini di consenso elettorale.
Oggi, più che in altri tempi, possiamo osservare come si tenti costantemente di destabilizzare l'avversario medianti pesanti pressioni mediatiche, tramite accuse talvolta vere, ma molto più frequentemente infondate. Nell'informazione, non è affatto difficile assistere a campagne giornalistiche tese a screditare pesantemente un personaggio del mondo pubblico o istituzionale e l'ambiente del quale esso fa parte, servendosi di colpi bassi e spregiudicati a base di "negazioni del vero" e "autenticazione del falso", finanche sul piano personale, relazionale e familiare.

E’ da questi punti, dunque, che si deve partire per valutare quanto la cospirazione abbia influito nella vicende umane: i complotti non possono spiegare sempre e comunque l’esito di un confronto, come viene rimproverato a coloro che scioccamente ne fanno l'unica chiave di lettura, ma ipotizzarne l’esistenza, analizzarli con sano distacco da buoni studiosi ed eventualmente decifrarli, aiuta grandemente a comprendere quanto questi siano stati o meno reali, ed anche a quantificare l'apporto fornito al raggiungimento dell'obiettivo per il quale gli stessi sarebbero stati orditi.

Su certe vicende italiane, è inevitabile pensare che qualche piano segreto vi sia stato: prendiamo, ad esempio, il sequestro e assassinio del presidente della Democrazia Cristiana (DC) Aldo Moro o l'attentato di Enrico Berlinguer (PC) a Sofia. Per gli USA, l'intenzione di Moro di cooptare al potere il Partito Comunista comportava il rischio di incrinare equilibri e rapporti diplomatici nel nostro Paese. Per l'URSS una cosa del genere poteva incentivare addirittura il pericolo di una sedizione dei propri partiti satelliti, minando così la solidità del Patto di Varsavia. Pensiamoci bene: queste potevano forse essere verità rivelabili a chiunque, vista la delicatezza del momento storico? La risposta odierna della maggioranza degli italiani sarebbe certamente un "no". Ma in quel frangente, la popolazione ha vissuto diversamente quei fatti, dandogli nella maggior parte dei casi la lettura che forse qualche "regia occulta" voleva dessero: quella ben più rassicurante e democratica dell'imprevedibilità di qualsiasi incidente, quella che identificava come colpevoli di quegli accadimenti semplici gruppi isolati di fanatici. 

Per non parlare, andando ancora più indietro nel tempo, dell'unificazione d'Italia, dei segretissimi moti risorgimentali alla base dell'eroica (ne siamo sicuri?) impresa garibaldina, del fondamentale ruolo economico della Libera Muratoria inglese nel suddetto progetto nazionale (ruolo concordato a tavolino con i Savoia), di come i Borbone sarebbero dovuti passare per "briganti" sui futuri libri di Storia (quando in realtà i "sabaudi" fecero terra bruciata del Meridione, rendendo arretrata una zona che sotto il Regno delle Due Sicilie era tra le più floride ed anche meglio amministrate del Vecchio Continente).

Il Prof. Aldo Mola, docente di Storia Contenporanea di Milano e storico della massoneria e del Risorgimento disse a proposito dei soldi arrivati da Londra in Italia: 
«Il finanziamento proveniva da un fondo di presbiteriani scozzesi e gli fu erogato con l’impegno di non fermarsi a Napoli, ma di arrivare a Roma per eliminare lo Stato pontificio. Tutta la spedizione garibaldina fu monitorata dalle massoneria britannica, che aveva l’obbiettivo storico di eliminare il potere temporale dei Papi. Anche gli Stati Uniti, che pur avevano rapporti diplomatici con il Vaticano, diedero il loro sostegno».
Eppure, potrete convenire che questi dettagli della vicenda, che potremmo definire a ragione "non di poco conto", non vengono riportati praticamente in alcun testo storico scolastico o universitario. Perché questo? Quali sono i motivi di questa scelta? 
A voi la risposta.

In questo momento stiamo vivendo nell'era dei cosiddetti "leoni" o "bulli da tastiera", uomini che sembrano essere coraggiosi solo da internauti, ma ben poco nella vita reale. Stiamo vivendo nell'era dei "troll", profili social appositamente creati per delegittimare in branco qualcosa o qualcuno, siamo nell'era degli impavidi "cacciatori di fake-news" o dei "debunker" per inclinazione naturale (sembra che oggi la tendenza di sfatare a tempo pieno presunte tesi complottistiche, che talvolta si rivelano dopo un certo tempo più vere del previsto, sia persino superiore a quella dei cospirazionisti patologici di crearne di nuovi).

Ripetiamolo ancora una volta, dunque, che in questo oceano di informazioni non c'è che un'unica soluzione per potersi destreggiare e capirci qualcosa: quella di studiare, documentarsi e separare con molta pazienza le semplici ipotesi dai fatti oggettivi.
Solo così gli inguaribili cospirazionisti potranno essere isolati e lasciati alle loro colorate quanto catastrofiche idee fantastiche, ma al contempo agli anticomplottisti "a prescindere" (o a quelli in cattiva fede) non verrà fornita la possibilità di bollare come astruse o bizzarre conclusioni realistiche, seppur parecchio scomode, su determinati fatti o tematiche.



Fonti web consultate:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Teoria_del_complotto
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Cospirazione
http://belsalento.altervista.org/da-garibaldi-ai-massoni-agli-inglesi-ai-savoia-viaggio-dal-1861-alla-mafia-di-oggi/